Ideata dal riflessologo Robert Saint John la tecnica metamorfica o riflessologia pre-natale è uno strumento semplice e allo stesso tempo potente.
Si parte dalla constatazione che la vita comincia nel momento del concepimento, quando si forma la prima cellula e che le nostre strutture fisiche, mentali ed emotive si formano durante il periodo di gestazione, i nove mesi fra il concepimento e la nascita.
Questo è il periodo prenatale in cui la struttura temporale deve essere sciolta.
Durante questi nove mesi siamo influenzati da parecchi fattori: il modo di essere dei nostri genitori, il loro mondo culturale ed ambientale, lo stadio di evoluzione che l’uomo ha raggiunto.
La tecnica metamorfica concentra la sua attenzione su questi nove mesi.
Questa struttura è riflessa nei piedi, nelle mani e nella testa e il periodo formativo dei nove mesi può essere rimesso a fuoco e rielaborato.
L’operatore è solo un catalizzatore, con le mani lavora sulla forza vitale senza imporre la propria volontà, non formula intenzioni, né dirige questa energia in alcuna maniera.
Nella tecnica metamorfica si toccano testa, mani e piediperché queste sono le tre aree di comunicazione con l’esterno che corrispondono alle tre azioni primarie: pensiero, azione e movimento.
La testa è il centro della pianificazione e il lavoro in questa area libera la nostra capacità di pensare, di governare la vita prendendo iniziative.
Grazie alla testa siamo in contatto con l’energia celeste, siamo nel pre-concepimento.
Le mani rappresentano invece l’espressione del nostro ruolo nel mondo, riflettono il desiderio di coinvolgerci in ciò che stiamo facendo, lavorando le mani si libera la capacità di agire all’interno della corrente dei cambiamenti, cioè nell’azione, il post concepimento.
I piedi sono il centro del movimento, rappresentano la nostra capacità di muoverci fisicamente e ci mettono in collegamento con la madre terra e con la sua energia.
Lavorare i piedi ci permette di mettere a fuoco il processo del cambiamento dentro di noi, il modo in cui ci muoviamo, il modo di sentire, rappresentano la pre-nascita e la nascita.
Il tocco metamorfico è uno sfioramento leggero e delicato come il battito delle ali di una farfalla, ecco perché si parla di metamorfosi, è l’evoluzione del bruco che diventa farfalla.
Così come il bruco si trasforma, cambia la sua livrea e i suoi colori, così noi ci trasformiamo ad ogni sfioramento metamorfico, cambiamo la nostra struttura cellulare.
La tecnica metamorfica a cui io stessa mi sono sottoposta per vederne gli sviluppi e cogliere le scintille del rinnovamento, è per certi aspetti una meditazione.
Ti porta a percepire il corpo e le sue emozioni, quindi ad essere nel qui ed ora, senza aspettarti nulla, in paziente ascolto godendoti il tocco amorevole che si prende cura di te, apprezzando quello che la vita ti sta mettendo a disposizione.
Solo vivendola in prima persona si può comprenderne il significato e quindi desiderare di poterla offrire in dono a coloro che si affidano al tuo tocco, senza aggiungere nulla, senza dirigere intenzione, restando neutri come un foglio bianco su cui si può scrivere pagine di una nuova storia.
A chi è consigliata?
La tecnica metamorfica è uno strumento universale che può essere utilizzato con tutti: neonati, bambini, adolescenti, mamme in dolce attesa, adulti ed anziani, quindi solitamente non presenta effetti collaterali né rischi, tuttavia le reazioni che si sperimentano sono molto personali influenzate dal vissuto di ogni individuo e dalla sua storia.
Solitamente si lavorano i piedi per una durata di circa 15 minuti , 10 minuti per ogni mano e pochi minuti sulla testa, tuttavia questi tempi vengono dimezzati quando si trattano i bambini che sono estremamente reattivi, mentre invece noto che gli anziani spesso amano farsi coccolare e vivono il tocco plantare come un momento importante in cui riscoprono un contatto fisico quasi dimenticato.
Accarezzando il punto riflesso sul piede che corrisponde alla colonna vertebrale andiamo a “pulire” le memorie del concepimento, del movimento del feto nell’utero materno ed infine della nascita, ecco perché la tecnica metamorfica produce una trasformazione lenta e profonda.
A volte emergono dettagli dimenticati: si sperimentano emozioni di gioia o di tristezza vissute dalle nostre madri durante la gravidanza, si intensifica l’attività onirica, si sperimentano flash, immagini, ricordi oppure pare non accadere nulla di così eclatante, poi però affiorano eventi di tempi passati che avevamo completamente dimenticato.
Per questo motivo trovo la tecnica metamorfica o prenatale un grande strumento di crescita ed evoluzione emozionale dal potenziale enorme.
Poterla praticare ad una mamma in dolce attesa permette di “lavare” le memorie gestazionali mettendo a fuoco le strutture energetiche del nascituro.
Autrice: Dott.ssa Antonella Anceschi, Naturopata, Riflessologa
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